"Noi vogliamo che la società sia costituita allo scopo di fornire a tutti gli esseri umani i mezzi per raggiungere il massimo benessere possibile, il massimo possibile sviluppo morale e materiale; noi vogliamo per tutti pane, libertà, amore, scienza." (E. Malatesta)

Comunicato diffuso dalla Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana


CHI DICE O.N.U. DICE GUERRA

05/09/2006

Il governo Prodi ha deciso di intraprendere in Medioriente una nuova avventura militarista producendosi in un ennesimo quanto intollerabile delirio interventista denso delle solite menzogne da dare in pasto all'opinione pubblica italiana. Il centrosinistra, che ha già dimostrato in questi pochi mesi di attività tutta la sua ipocrita doppiezza nell'affrontare i temi cruciali della vita sociale del paese, ha deciso di trascinare l'Italia nel bel mezzo del conflitto israelo-libanese arrogandosi il diritto di interpretare gli orientamenti di tutta la società italiana e vantando un suo inesistente ruolo di pacificatore internazionale. Ciò che appare ancor più grave è il constatare che molti di quei pacifisti che negli ultimi anni avevano opposto il loro rifiuto delle guerre in Afghanistan e Iraq "senza se e senza ma" si ritrovano oggi al fianco di questo loro "governo amico" indossando con convinzione un'improbabile divisa della pace al grido di "forza O.N.U." sconfessando di colpo le lotte e le mobilitazioni contro le dinamiche e le strategie della guerra permanente. Sembra che per questi pacifisti con l'elmetto soldati, fucili, carri armati e bombe siano diventati improvvisamente strumenti di pace per il solo fatto che a guidare questa ennesima operazione imperialista siano proprio le Nazioni Unite. Vale la pena di ricordare che in Medioriente, così come in ogni teatro di guerra, non esiste nulla che possa rendere un conflitto più giusto di un altro: proprio la tanto elogiata risoluzione O.N.U. 1701 sulla quale si fonda l'intervento dei caschi blu, è fortemente viziata in origine perché contempla la necessità del disarmo di Hetzbollah affidando - tra mille ambiguità - ai soldati dell'O.N.U. il compito di sostenere l'esercito regolare libanese in questa operazione. Non è un caso, infatti, che Israele - che si è sempre disinteressato profondamente del diritto internazionale e delle innumerevoli risoluzioni O.N.U. che in cinquant'anni lo hanno costantemente ammonito intimandogli di abbandonare i territori sottratti illegittimamente - abbia accettato di buon grado questo intervento delle Nazioni Unite. Ed è proprio così che Israele, a distanza di pochissimo tempo, può impunemente ignorare le risoluzioni dell'O.N.U. quando non gli convengono, e pretendere che si applichino quando vanno nella direzione dei suoi interessi. In questo quadro, il conflitto libanese-israeliano è solo un episodio della guerra permanente che investe uno scenario assai più vasto e interessi giganteschi. Da una parte, l'Islam più intransigente giunge ad auspicare l'annientamento di Israele e si mobilita attivamente perché fallisca qualunque tentativo di raggiungere una convivenza pacifica; dall'altra lo stato di Israele, mosso da una volontà espansionistica irrefrenabile, tenta di scompaginare in tutti i modi ogni opportunità di pacificazione dell'area impedendo, su tutto, ai palestinesi il diritto alla vita e alla libertà. A tessere la trama di questo tragico canovaccio ci sono gli USA - sempre più decisi a spostare verso Est il proprio potenziale offensivo - e l'Unione europea che vede nello scacchiere mediorientale il campo di battaglia ideale per strappare al colosso americano una porzione del suo dominio planetario. Lo stallo della situazione attuale non si risolve certamente con l'invio di una forza internazionale armata di tutto punto: queste truppe, al contrario, costituiscono un pericolo ulteriore per lo scatenamento di una guerra aperta e dichiarata, qualora si trovassero ad usare le armi contro le milizie armate degli Hetzbollah che si apprestassero a compiere atti ostili contro gli israeliani, o contro gli aerei e gli incursori israeliani che violassero lo spazio aereo o il territorio libanese. In questa epoca in cui la guerra viene chiamata pace è di vitale importanza smascherare i sofismi nei quali vengono coltivate le bugie che servono a far dormire sonni tranquilli a quelli che ieri scendevano in piazza contro la guerra imperialista e oggi sono pronti ad avallare un nuovo conflitto per compiacere i loro padroni e garantirsi il proprio posto nel sottobosco del potere. Le guerre sono scatenate dalle nomenclature per affermazione di potenza o per attuare politiche di dominio, e non hanno nulla a che vedere con le reali esigenze dei popoli. Finché i popoli non si libereranno delle istituzioni che sono loro imposte, prime in assoluto quelle degli stati, le guerre saranno inevitabili e, considerato il livello distruttivo degli strumenti di offesa, sempre più rovinose per le popolazioni inermi e per lo stesso habitat planetario. Noi ci schieriamo dalla parte di tutte le vittime innocenti delle guerre, condotte spesso con armi di sterminio quali le bombe a frammentazione multipla, o di atti terroristici che individuano negli spazi di aggregazione pubblica i luoghi in cui portare i loro messaggi di morte. Noi non riconosciamo legittimità alcuna a nessun intervento militare, sia esso provocato da singoli stati nazionali o da organismi sopranazionali che, come l'O.N.U., rappresentano solo e soltanto gli interessi degli stati e delle classi dominanti.

CONTRO LE MENZOGNE E LA RETORICA MILITARISTA DEL GOVERNO ITALIANO CONTRO L'INTERVENTO MILITARE O.N.U. IN MEDIORIENTE PER LA LIBERTÀ E L'AUTODETERMINAZIONE DEI POPOLI DAGLI STATI, DAGLI APPARATI DI POTERE, DAI FONDAMENTALISMI RELIGIOSI, DA TUTTI GLI ESERCITI

DISERTARE LA GUERRA OVUNQUE! 

Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana - FAI

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